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ma è chiaro pur troppo; pagandosi caro ne’ paesi piccoli i disprezzi, che ne’ grandi sono disprezzati.
Del resto, un’altra colpa (e non che scusabile, bella questa) s’ebbe Dante: quella d’opporsi all’intervento straniero. Della quale il vedremo accusare e condannare poi, come se egli avesse fatta tale opposizione durante il suo priorato. Ma non è probabile che allora la facesse; chè a giugno 1300 non era Carlo di Valois avviato ancora a Italia. Onde converrebbe dire, che l’idea di fare venire costui fosse stata suggerita al Papa fin da mezzo il 1300 da messer Corso, durante il suo primo esilio avuto da’ Priori di cui era Dante; che non è impossibile: o che l’accusa data poi a questo, vera in altro tempo, fosse stata trasportata al tempo di suo priorato per aggravarla; che è anche meno impossibile in tempi di parti, cioè di calunnie. Ad ogni modo, che Dante s’opponesse in qualunque tempo alla venuta di Carlo di Valois, è certo da tutti i documenti, e da quanto seguì, e poi da quanto vèdesene nel Poema. E dee restare tal colpa come il più bel fatto della vita di lui.