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furono condannati in grave pena.1". Alle quali condanne è aggiunta poi quella di messer Corso dagli altri storici che l’han messo fra’ congiurati. E il vero è che trovasi poi confinato a Massa Trabaria, e, rotto il confino, a Roma; dove con gli Spini suoi partigiani, e mercatanti, cioè banchieri del Papa, continuava e spigneva sue brighe per far venire lo straniero nella patria sua, ond’era poi da questa condannato negli averi e nella persona2. E così rimasero questa volta cacciati i soli Neri e la città del tutto in potere dei Bianchi3.
Ridussero
- ↑ Dino Comp., pp. 483, 484.
- ↑ March. Stef. p. 44; Vill. p. 373; Ammir. pp. 208 - 212; Dino Comp. p. 481
- ↑ La seconda parte di questa frase è tratta da tutti gli storici. Alla prima contraddicono in apparenza, Villani, Stefani, e Ammirato mettendo dopo la congiura di s. Trinità non questo, ma il primo e doppio esilio delle due parti. Ma ciò vedemmo per testimonio irrecusabile di Dino esser avvenuto durante il viaggio del Cardinale nel priorato di Dante a giugno - agosto 1300. E che non sia succeduto di nuovo lo provano: 1° La narrazione contraria di Dino, di nuovo testimone oculare anzi partecipe. 2° Il parlarsi da tutti di un esilio di messer Corso a Massa Trabaria diverso da quel primo di Castel della Pieve. 3° L’accordarsi appunto tutti in dir Firenze in mano de’ Bianchi d’allora in poi fino a novembre. 4° E finalmente l’accordarsi pure a ciò i citati versi di Dante
...e la parte selvaggia caccerà l’altra con molta offensione.