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giù fino al fine, i Bianchi aver sempre più bontà ma meno vigore, che i loro avversari. Epperciò, molto bene furono seguiti prima, ma disprezzati poi da Dante.
Un anno era oramai che durava questa contesa delle due parti, e già a parecchi di ciascuna erano state date tre condanne, la prima di confino ond’erano poi tornati, le due altre di multe e di prigioni. Stavansi i Bianchi soddisfatti di quel ritorno1, e ancora della maggior potenza che avevano nel governo. Non così i Donati quasi esclusi da esso, o meno messer Corso, il quale non che patir tale esclusione dicesi volesse fin d’allora tutta la Signoria, più per sè stesso che per la parte sua, di che non gli caleva guari più che dell’altra2. Quindi al principio di quest’anno 13013 si adunarono i capi
- ↑ Dino Comp., p. 483.
- ↑ Vedio le storie dell’Ammirato.
- ↑ Questa della congiura di s. Trinità è la sola data che non si possa fissare precisamente. Io prenderei a seguir anche quì Marchionne Stefani che la mette a gennaio (p.44); ma l’Ammirato (p.211) la pone nel gonfalonierato di Chiarissimo Buonapace che fu da mezzo febbraio a mezzo aprile (March. Stef. p. 15). Dino Comp. (p. 484) sembra porla durante il priorato di Palmieri Aldovisi che fu da mezzo aprile a mezzo giugno (March. Stef. p. 16). Probabilmente la congiura fu a gennaio, e l’altre due date sono non di essa ma degli eventi che ne seguirono. Del resto non importa alla storia di Dante. Veggano i diligenti eruditi Fiorentini, se ciò importi abbastanza alla loro storia per curarne.