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ne mandarono a’ confini gli uomini principali delle due sette, i quali furono questi: messer Corso Donati, messer Geri Spini, messer Gianchinotto de’Pazzi, messer Rosso della Tosa, ed altri con loro; tutti questi erano per la parte Nera, e furono mandati a’ confini al castello della Pieve in quel di Perugia. Dalla parte dei Bianchi furon mandati a’ confini a Serrazzana messer Gentile e messer Torrigiano de’ Cerchi, Guido Cavalcanti, Baschiera della Tosa, Baldinuccio Adimari, Naldo di messer Lottino Gherardini ed altri. Questo diede gravezza assai a Dante; e contuttochè esso si scusi (certo nella medesima lettera or perduta, di che riferiamo testè l’altro squarcio) come uomo senza parte, nientedimeno fu riputato che pendesse in parte Bianca; .... E accrebbe l’invidia perchè quella parte di cittadini che fu confinata a Serrazzana, subito ritornò a Firenze; e l’altra ch’era confinata a castello della Pieve, si rimase di fuori. A questo risponde Dante (certo pur nella detta lettera) che quando quelli di Serrazzana furono rivocati, esso era fuori dell’edificio del priorato, e che a lui non si debba imputare. Più dice, che la ritornata loro fu per la infirmità e morte