Pagina:Vita di Dante.djvu/276

io per prudenza non fossi degno, niente di meno per fede e per età non ne era indegno; perocché dieci anni erano già passati dopo la battaglia di Campaldino, ec". Dove è da notare per quel che seguirà, quella confessione dell’errore d’imprudenza, solo riconosciuto da Dante; il quale è tanto più credibile in ciò, quanto più superbo e schietto uomo ci si mostra per ogni dove. Ed or veggiamo quali abbiano potuto essere siffatti errori, quali fossero ad ogni modo gli eventi di quel priorato.
Giunto a Firenze, forse con Dante, certo di giugno e così all’intorno all’entrar di que’ Priori, il cardinal d’Acquasparta, Legato di papa Bonifazio, a far pace tra le due fazioni che dividevano la Guelfa Firenze, "ei vi fu ricevuto a grande onore. Et lui riposato in Firenze, richiese al Comune la balia (potestà straordinaria e come dittatoriale) di pacificare insieme i Fiorentini; et per levare via le sette Bianca et Nera, volle riformare la terra, et raccomunare li offici (cioè darli senza distinzione di parte, mentre ora li vedemmo quasi esclusivamente