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lanciò il dardo,, il quale andò in vano. Era quivi con messer Corso Simone suo figliuolo, forte e ardito giovane, e Cecchino de’ Bardi, e molti altri con le spade, e corsongli dietro; mi non lo giugnendo li gettarono de’ sassi, e dalle finestre gliene furono gittati, per modo che fu ferito nella mano. Cominciò per questo l’odio a multiplicare. E messer Corso molto sparlava di messer Vieri, chiamandolo l’asino di porta„ (dal sestiere di porta s. Pietro) perchè era huomo bellissimo ma di poca malizia, nè di bel parlare; e però spesso dicea: ha ragghiato l’asino di porta. E molto lo spregiava e chiamava Guido Cavicchia1. E così rapportavano i giullari; e spezialmente uno si chiamava Scampolino, che rapportava molto peggio non si dicea, perchè i Cerchi si movessono a briga co’ Donati2„.

  1. Il testo Murat. ha: chiamaval Guido Cavicchia, che certo non ha senso, che Vieri si chiamasse Guido. Una variante poi (d’un amanuense forse che voleva correggere il testo} mette Vieri invece di Guido. Ma non mi par buona nemmeno questa, che dà così al solo Vieri due soprannomi. Come leggo io, colla sola soppressione di un l resta im soprannome per uno a Vieri ed a Guido, dati loro dall’insolente messer Corso.
  2. Dino Comp. p. 481