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sec. xii, xiii 15

e l’infanzia della nuova, ella rimanga men celebrata delle altre posteriori e minori. Sia poi per quel difetto di storici, o perchè quando è universale la virtù non si fa pompa di virtuosi, o perchè in una nazione concorde non risplende niuno qual duce, certo niun gran nome di condottiero o gran cittadino ci rimane di quei tempi, oltre a quello di papa Alessandro III; ma restano invece immortali i nomi di quelle città.

Del resto la maggior parte degli storici moderni chiaman Repubbliche quelli, che noi abbiam quì chiamati Comuni. Ma comuni o città elle chiamavan sè stesse per lo più; e se repubbliche talvolta, elle non intendevan per tal nome ciò, che ora, cioè un popolo che si regga senza principe. Riconoscevano la supremazia dell’imperadore e re Tedesco in ogni cosa non compresa nelle regalie conquistate od ottenute; in queste sole erano lor libertà, lor diritti, lor vanto. Bensì poi, queste s’interpretavano in modo più o meno largo; e non solo diversamente tra l’Imperadore e le città, ma tra una città e l’altra, e tra i cittadini della stessa. Quindi continuavano la parte dell’Imperio, e