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poi tutti questi trattati, salvoche Federigo, altro fratello dell’estinto e del presente re d’Aragona, trovandosi allora in Sicilia, e chiamato a Roma per aderirvi, vennevi si, ma accompagnato dai due maggior nemici de’ Francesi, Giovanni da Procida e Roggieri di Loria, e non promise nulla, e tornato nell’isola, se ne fece poi incoronare re alla Pasqua dell’anno seguente 1296.
Che se Dante fu adoprato, come tutto accenna in questi trattati, per la sua città, resterebbe trovata e l’occasione in che dicesi udisse leggere Filosofia allo Studio di Napoli, e quella poi tanto cercata da’ commentatori, in che potè conoscere e pur istringersi di qualche amicizia con re Federigo di Sicilia. E finalmente, se in questa o in altra occasione andò pur Dante ambasciadore a Parigi, resterebbe pur meglio spiegato il suo tornarvi nell’esilio , quasi a paese e a principe già da lui prima conosciuti. E se il dir del Filelfo, che Dante strinse tra Francia e Firenze una alleanza più che secolare, può parere esagerazione, non trovandosi memoria