Pagina:Vita di Dante.djvu/235

sostenuti a Perugia, i quali ei ricondusse seco a Firenze. III° - Alla Repubblica Veneziana, per istringere un’alleanza, ch’egli effettuò come volle. IV° - Al Re di Napoli, con regali, per contrattare amicizia, ch’ei contrasse indelebile. V° - Al Marchese d’Este, nelle sue nozze, dal quale fu anteposto agli altri ambasciadori. VI° - Ai Genovesi, pe’confini, ch’ei compose ottimamente. VII° - Seconda al Re di Napoli, per la liberazione di Vanni Barducci, che il Re era per mandare al supplizio, e che fu liberato per quella egregia orazione di Dante, la quale incomincia: Nihil est, qua sis, Rex optime, conformior Creatori cunctorum, et regni fui largitori, quam misericordia et pietas, et afflictorum commiseratio eie. VIII°, IX°, X°, XI° - Quattro volte fu oratore a Bonifazio pontefice massimo, e sempre impetrò ciò che volle, fuorchè in quella legazione che non era compiuta quando fu esiliato. XII°,XIII° - Due volte mandato al Re d’Ungheria, ne ottenne ogni cosa. XIV° - Oratore al Re de’ Francesi, ne riportò un eterno vincolo d’amicizia, che pur resta fino al giorno presente. Imperciocchè ei parlava non senza sapore (non insipide] in lingua francese, e dicchi