Pagina:Vita di Dante.djvu/232

prolisse di Leonardo Aretino, che avrebbe potuto contentarsi di questa: "L’uomo è animale civile, anche senza aggiugnere secondo piace a tutti i filosofi1". Peccato è sì, che in mezzo a tutto ciò resti oscuro, se per fastidio della casa, o se tratto, all’incontro, dalla parentela de’ Donati, entrasse Dante negli uffizi; in qual anno dopo il 1293 il facesse; se vi patteggiasse prima co’ Grandi; e quando e come se ne scostasse facendosi matricolare all’Arte de’ Medici e Speziali. Certo, i due passi posti in fronte al presente capitolo, e molti luoghi del Poema, e tutta la vita di Dante, mostrano in lui un modo di pensare poco popolaresco; e i versi recati su Giano della Bella sembrano una scusa, una autorità addotta al passare da’ nobili a’ plebei: e quindi non parmi troppo ardita congettura, credere che egli da principio, e tra il 1293 e il 1297 all’ incirca, fosse co’ Donati e co’ Grandi; ma che negli ultimi anni del secolo poi, per le soverchierie di questi, e principalmente di meser Corso, egli se ne scostasse, e facendosi matricolare, si venisse più e più accostando a’ popolani.

  1. Leon. Ar., p. 52.