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In Firenze si venne a questo. Sollevòssi di nuovo il popolo contro ai nobili, oppressi in pubblico ed oppressori in privato. Condotto principalmente da Giano della Bella, grande e potente cittadino, savio, valente e buono huomo, e di buona stirpe"1, ordinò un nuovo governo; od anzi, serbando quello de’ Priori dell’Arti, v’aggiunse a far eseguire i lor comandi un Gonfaloniere di giustizia; "a cui fu dato un gonfalone dell’arme del popolo colla croce rossa in campo bianco, e mille fanti tutti armati, che avessero a esser presti a ogni richiesta del detto Gonfaloniere in piazza o dove bisognasse; e fecesi leggi, che si chiamarono Ordini della giustizia, contro ai potenti che facessero oltraggi ai popolani; e che l’uno consorto fosse tenuto per l’altro2; e che i maleficii si potessero provare per due testimoni di pubblica voce e fama. E deliberarono che qualunque famiglia avesse avuto cavaliere tra loro, tutti s’intendessero essere grandi" (Dante, il cui

  1. Dino Comp., Rer. It., IX, p. 474.
  2. Questa tirannia de’ popolani contro i grandi, non fu di Firenze sola. Se ne vuoi un esempio in una delle più microscopiche repubblichette, vedi Cilbrario, St. di Chieri.