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cose simili a queste, o altre che ne fussino cagione, egli una volta da lei partito si, che per consolazione de’ suoi affanni gli era stata data, mai nè dove ella fusse volle venire, nè sofferse che dove egli fusse ella venisse giammai, contuttochè di più figliuoli egli insieme con lei fusse parente. Nè creda alcune, che io per le sopraddette parole voglia conchiudere, gli uomini non dover tór moglie; anzi il lodo molto, ma non a ciascuno. Lascino i filosofanti lo sposarsi a’ ricchi sciolti, a’ signori e a’ lavoratori: essi con la filosofia si dilettino, la quale è molto migliore sposa che alcuna altra1". Noi non ci fermeremo, come fa seriamente Leonardo Aretino2, a ribattere siffatta proposizione con gli esempi di Marco Tullio e d’altri filosofanti ammogliati; ma, che che sia della sola sposa conceduta a questi dal buon Boccaccio, certo è che da tali generalità non si può, contro alla stessa protesta dello scrittore, arguir nulla in disfavore di Gemma. Vedremo poi al tempo della separazione e dell’esilio di Dante, parecchi atti di Gemma, che sono di buona moglie e buona

  1. Boccaccio, Vita di Dante, p. 28.
  2. Leon. Aret., Ed. Min., p. 52.