Pagina:Vita di Dante.djvu/190

180 CAPO SETTIMO

cordandomi di lei, lo mio cuore, s’incominciò a pentire del desiderio, a cui così vilmente1 s’avea lasciato possedere alquanti dì senza la costanza della ragione. E discacciato questo mal pensiero e desiderio, si rivolsero tutti i miei pensamenti alla loro gentilissima Beatrice2„. Quindi ei rifa alcune poesie per disdir quelle altre del suo secondo amore; e conchiude tutta la storia, e il libro dell’amor suo con queste parole, che sono le più importanti di tutte per il seguito della vita: “Appresso a questo sonetto apparve a me una mira visione; nella quale vidi cose, che mi fecero proporre non dire più di questa benedetta infintantochè io potessi più degnamente trattare di lei. E di venire a ciò, io studio quanto posso, siccom’ella sa veramente; sì chè, se piacere sarà di Colui per cui tutte le cose vivono, che la mia vita per alquanto perseveri, spero dire di lei quello, che mai non fu detto d’alcuna. E poi piaccia a Colui

  1. Nota questo vilmente, che dimostra la realità del suo amore alla gentildonna. Se tale amore fosse stato alla filosofia sola, ei non l’avrebbe certo detto nè potuto dir vile nè contrario alla costanza della ragione.
  2. Vita nuova p. 69