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178 CAPO SETTIMO

migliori1 . Al che tutto aggiugnendo la singolare divozione od anzi l’amore con che Dante narra la vita di s. Francesco nel Paradiso2 , l’altra sua pur amorevole divozione a s. Chiara, sorella come si sa in religione a s. Francesco3 e le stesse ire sue contro coloro che faceano, a stima di lui, degenerar l'ordine recente, parmi ne risulti non che una probabilità ma poco meno che una certezza morale del fatto allegato dal Buti, che Dante provò a farsi Francescano; ed una non minor certezza, ch’ei fece questa prova al tempo di che parliamo tra il dolore della sua donna perduta, le tentazioni, i conflitti venutigli dalla donna pietosa, e l'occasione degli studi alle scuole de' religiosi. E sorridano poi gli sprezzatori; ma, se è lor conceduto da quel disprezzo nemico naturale degli studi conscienziosi e dell’intendere i secoli lontani, s’informino delle condizioni del XIII; e vedranno non che dolci e grandi santi come Elisabetta di Ungheria, e Luigi IX di Francia, ma pur un Guido da Montefeltro ed altri prin-

  1. V. Ediz. Minerva.
  2. Canto XI.
  3. Parad. III, 97