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stato mandato il bel Paolo invece dello sciancato Giovanni a corteggiar Francesca novizza, ed ignara dello scambio fino al mattino dopo le nozze compiute1. Ad ogni modo, moglie ora da dodici anni, madre già di un figliuolo perduto e di una figlia sopravvivente, era Francesca, nel 1289, col marito Gianciotto e il bel cognato e lo suocero, da due anni cacciati tutti da Rimini, a Pesaro. Ed ivi, ajutata dagli ozii dell’esilio, o incominciava o continuava la dimestichezza de’ due cognati, che Boccaccio sembra voler iscusare dall’ultimo fallo. Ma rinchiusi insieme una volta, furono traditi da un servo, che condusse a spiarli il marito. Il quale, sforzato l’uscio, e insieme trovandoli, insieme gli ammazzò (addi 4 settembre 1289). Ed insieme poscia, restituiti in Rimini i Malatesta, furono i due corpi là riportati, insieme sepolti, insieme due secoli dopo ritrovati, intere ancora le loro seriche vesti; e insieme cantati e immortalati da Dante. Per la medesima ragione, poi, che di Ugolino, non metteremo qui il canto di Francesca, pur

  1. Ed. Min., Tom. I., p. 125.