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146 | capo sesto |
grave cagione della loro rotta"20. Certo, ad ogni buon estimatore parrà qui il fatto di messer Vieri militarmente e civilmente più virtuoso, che non quello di messer Corso. Ma notinsi i due, come primo segno d’una emulazione, bella allora ed utile, in breve viziosa e perniciosissima alla patria, e per colpa principalmente della medesima tracotanza di messer Corso. Qual parte poi prendesse Dante in questa battaglia, è accennato da Leonardo Aretino; il quale, narrato quel conversare e vivere di Dante negli esercizi giovanili, continua dicendo: "Intantochè, in quella battaglia memorabile che fu a Campaldino, lui giovane e bene stimato si trovò nell’armi, combattendo vigorosamente a cavallo nella prima schiera, dove portò gravissimo pericolo. Perocché la prima battaglia fu delle schiere equestri; nella quale i cavalieri che erano dalla parte delli Aretini, con tanta tempesta vinsero e superchiarono la schiera de’ cavalieri Fiorentini, che, sbarattati e rotti, bisognò fuggire alla schiera pedestre. Questa rotta fu quella che
(20) Vill. ibi