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era per avventura degno di siffatta morte; ma per li figliuoli e nipoti, ch’erano piccoli garzoni ed innocenti." Così il Villani quasi contemporaneo; ma uno storico più diligente, e quantunque posteriore di cinque secoli più informato, scopri l’errore di lui e di Dante in fare piccoli garzoni e d’ età novella quei figli e nipoti. Temo poi non abbia riuscito del paro a tòr l’odio del misfatto dall’Arcivescovo; il quale, podestà o no, era certo potentissimo tuttavia in Pisa, e fu poi chiamato in Curia Romana a renderne conto, e non si sa se ne fosse condannato od assolto. Ad ogni modo, con questa più o meno grande esattezza di particolari, Dante il giovane poeta riceveva dalle voci dell’Italia indegnata, e di Firenze che presto si mosse a vendetta, questo fatto scandaloso anche a quei tempi; e ricevevalo nell’animo guelfo, epperciò pietoso verso