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siasi, di nostre glorie; e s’ oppongano a quegli oziosi spregiatori due operosissimi Italiani, solenni ammiratori di musica, Napoleone e Dante. Di Dante ce lo dicono tutti i biografi, e principalmente il Boccaccio. "Sommamente si dilettò in suoni e in canti nella sua giovinezza, e con ciascuno che a que’ tempi era ottimo cantatore e sonatore fu amico ed ebbe sua usanza; ed assai cose (intendi le Canzoni allora fatte per cantarsi realmente, e i Sonetti per essere dal suono accompagnati) da questo diletto tirato compose, le quali di piacevole e maestrevole nota a questi cotali facea rivestire1". Anche Leonardo cel dice; e quando niuno cel dicesse, sono innumerevoli i luoghi della Commedia, ove il Poeta si mostra sensitivo, come agli stridori d’Inferno quasi supplizio grande di esso, così poi nel Purgatorio e nel Paradiso ai canti di speranza e di amore di quelle anime pazienti o soddisfatte2. Al principio specialmente del Purgatorio,