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cosa, duranti sette secoli, da quei filosofi e teologi che si comprendono più o meno sotto il nome di scolastici. Tuttavia, qualche miglioramento della dialettica aristotelica-scolastica si può scorgere all’età dei maestri di Dante, che fu quella di San Tommaso. II quale non solo negli ultimi anni di sua vita fece tradurre, secondo pare, dal greco, e commentò parecchie opere di Aristotile; ma, quel che è più, abbandonò le dispute dei realisti e nominalisti, e degli altri vanissimi metafisici di quelle età, e semplificò cosi il ragionamento nelle applicazioni alla teologia.1 Ma le dispute ricominciarono dopo lui, prò e contro lui, quasi allo stesso modo; e continuarono gli abusi della dialettica, secondo si suoi dire, fino al secolo XVI, o XVII. Benché forse ei non sono cessati del tutto; e non dubbie tracce ne rimangono e in certe logiche le quali insegnerebbono a sragionare, se non si dimenticassero appena imparate; e principalmente in certe forme di solenni argomentazioni, le quali usate per esami, in quasi tutta Europa, non provano nell’ esaminato