Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
Eloquio cita continuamente Cino, e sé appresso, così: Cino in Pistola, e l’amico suo1. Tuttavia ei non introduce di niuna maniera il nome di lui nel Poema; e sembra che Gino gliene sapesse mal grado, meno per sé, che per Selvaggia, la donna sua; la quale, morta anch’essa, egli avrebbe voluto veder collocata con Beatrice in Paradiso. Né fu questa la sola conformità tra Dante e Cino; anch"esso poi cacciato di sua patria Pistoja, e per la medesima parte Bianca; anch’esso ramingo per Italia, ed invano reduce con Arrigo VII; ma che invecchiato più che Dante, ebbe tempo a vedere mutata la propria fortuna. Cino, gran giureconsulto di quell’età, n’e riputato il primo poeta dopo Dante, e Dante stesso in quelle citazioni sembra cortesemente porlo innanzi
a sé; ma Petrarca, a cui non incombeva tal cortesia, esaltandolo come primo, mostrò forse la verità di quella osservazione: che nel giudicar degli emuli si suol porre primo chi dovrebbe esser secondo; e secondo, colui che tutti pongono il primo2.