Pagina:Vita di Dante, Petrarca e Boccaccio.djvu/61


49

paftafè fot), Iiì Quésto assedio di Firenze Arrigo più dì perdurando, spesso coi Fiorentini veniva a le armi. Ma siccome da loro per frequenti avvisaglie provocati con altrettanta forza si resisteva, niente operato die sia degno di memoria, statuì tornarsi di nuovo in Roma- Ma in questo suo viàggio andando a Buon con vento castello de* Senesi , quivi morì. Pertanto gli esuli, che il seguivano vivente, perduta ogni speranza della tornata in patria per la morte di lui, andavano ideando Vari progetti con mente filosofica, per istahilirsi altrove. Dante sorpassati gli Appennini, iricaminossi per la via Flaminia. In quel tempo per avventura Guido Novello presedeva in Ravenna, città vetusta più di tutte le altre in quella Provincia, uomo assai più di ogni altro principe, in ogni genere di dottrina erudito. Questi per una certa benignità verso i dotti, soleva gli uomini di lettere sommamente proteggere, e rispettare. Tostochè dunque Novello seppe, andare per la via Flaminia un si illustre poeta, la cui fama nell’Italia non solo, ma quasi nell’universo tutto gloriosa risuonava, stabilì invitarlo di mauiera benevola, e amica, a voler vivere familiarmente secolui in Ravenna. Perchè il fece avvertito con. messi, e per lettere di questo suo veemente desiderio, a viva istanza pregandolo, che non essendogli dato di rimpatriare, non si negasse a menar vita secolui domestica j e ciò