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pubblica non essendogli facile andar per la dirit- ta, dimorò alquanto in Viterbo* e poi movendo per Roma, finalmente entrovvi. Quivi, tuttocchè spessi attacchi furonvi cogli avversi allo Imperiai nome, infine, costoro vigorosamente riluttando, prese la corona dell’Impero. Nella quale incoronazione al certo più di ogni altro l’inclito Roberto Re de la Sicilia, ed i Fiorentini troppo gli era- no siati contrari. Pertanto la Imperiai corona in tal guisa assunta, cotanta repugnnnza degli avversa- rli sopportar non potendo, poco dopo andossene a Tivoli. Era l’animo dell’Imperatore fortemen- te aspreggiato contro i suoi nemici pugli ostacoli oppostigli in Roma. Ma principalmente di sde- gno ribolliva contro Roberto Re de la Sicilia, e i Firentini primarii, e forti suoi oppositori.

Or di Roberto non potendo incontanente ricattarsi, volto a’ Fiorentini, e canini in facendo per la Sabina, e l’Umbria passò in Etrnria; ed attraversato l’agro Perugino, il Cortonese, e l’Aretino giunse a Fiorenza. E posti gli accampamenti presso al tempio Sai viano, non lungi da la città più di trecento passi circa, con infestissimo eser- cito assediolla. Tutti gli.esuli Fiorentini adunque da ognidove traevano, per unirsi a lui si presso accam- pato alla città. Però Dante ancora ebbro di speranza non pfl|6 tenersi di scrivere contumeliosa lettera ai Fiorentini suoi intrinseci, com* ei gli chiama, per la quale aspramente gì’incalza; men- tre per l’innanzi tra solito di loro onorevolmente´