Pagina:Vita di Dante, Petrarca e Boccaccio.djvu/27


15

passione il fanciullo più di ogni altro egregio, e dedito tuttavia allo studio delle lettere, in mirabil guisa, come testè abbiam detto, i primi elementi ne apparò. Dipoi sul finir della puerizia, morto già il padre, applicossi alle arti degne di un libero, e però dette liberali, per consiglio de’ congiunti, e particolarmente di Brunetto Latini, uomo in allora eruditissimo; in ognuna delle quali di certo, è incredibile, quanto in breve tempo progredito; giacché a la dialettica, ed a la Retorica mirabilmente congiunse profonda conoscenza di tutt’i mattematici. Indi fatto giovane, più che ad ogni altro, sia addiede a la poesia, e tanto valore ben tosto acquistonne, che di un subito famigliari gli divennero quante cose i nostri poeti scrissero, di che forse più opportunamente diremmo in appresso. E tutti questi studi delle belle arti in Firenze coltivò negli anni ancora teneri; ai quali benché dedito a tutta possa, non però mica trasandata altri doveri pertinenti ad un uom libero. Dopoichè conversava con gli uguali, e tutti gli offici propri dell’età sua eseguiva; intantochè in quel memorabile conflitto, che felicemente sostennero i Fiorentini contro gli Aretini in un dei loro campi, detto Capaldino dagli abitanti, non ricusò battersi per la patria nella prima schiera, com’ei in una sua pistola accuratamente scrive, disegnando la forma di quel combattimento. In questa terribile avvisaglia portò gravissimo pericolo; perciocchè dubito fu per qual-