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di ragione a quelli nella conoscenza delle cerniate cose vien preferito.
Dante quasi in tutto, siccome abbiam detto, più che Petrarca, e Boccaccio fuor di dnbbio vedesi eccellere. Ma dal Petrarca si nell’ intero sapere delle latiue lettere, ch’eziandio nelP esatta cognizione delle antiche storie vien sorpassato ; poiché questi maggiore , er più chiara di ambe le cose ebbrsi contezza. Nel verseggiare ancora , e nello scio!io sermone Dante è al pari da lui yinto : laddove i carmi del Petrarca son più rotondi, e più subli- mi , e 1’ orare di luì assai più elegante. Nel ma- terno sermone quasi com’ uguali si £nno ; chè se Daute nei suoi carni vince lo stesso Petrarca, è poi nel ritmo da lui snperato ; onde sensatamente in riguardo alla natia favella sono di pari merito reputati fxj. Per altro il primo quasi in tutto va u innanti al Boccaccio, die in poche cose , e di non grande rilievo , come appunto nella cono- scenza delle greche lettera, di che andò Dante del tutto sfornito, e nella toscana prosa , nella quale ei poco scrisse, sembra cedergli. Ed in queste dne cose soltanto , il Boccaccio anco superò Petrarca ; mentre in tutto altro, come da precettore, da lui fu vinto.
UNISCE Là VITA Di BOCCACCIO.