Pagina:Vita di Dante, Petrarca e Boccaccio.djvu/125

V incanalila chioma, .e di Slillicone la prematura, e di Severiuo infine l’intempestiva canizie, talvolta a sé stesso, per venire a conforto, ricordava. Vali- dissima salute ebbetti fino alla veccbiuj», e cotanta agilità , e destrezza di cqrpp, che a stento da ve- rmi altro esser poteva in forza superato. Ed invec- chiato poi, da tanti malori vede vasi afflitta, che quasi a schiera, coni’ egli stesso in alcun luogo di- ce, e d’ ogni sorla venivano, ad assalirlo, e a tor- mentarlo. Pertanto nell’ anno sessagesimo ottavo dell’ età sua si prostrato erat di forze che senza ajulo de’domestici all’atto non potea camminare. Cagion di questo , dicono alcuni medici , essere alata il bever d’ acqua troppo spésso ; altri attri- buivano coiai sua debolezza al giornaliere uso di frulla , all’ astinenza delle càrui , ed ai frequenti digiuni.

Egli non ebbe minor decoro nell’animo, che nel corpo ; perciocché mai sempre serbò sin dai primi anni gravità nel costume. E benché nell’ età florida, sembri dai suoi canti, cui per natura era attissimo, essersi abbandonato ai lascivi amori , tu ila voi la da una cert? dignità censoria , sia per pòco, come dicesi^ non v mai cedeva; la qual cosa at certo molte pratiche, da lui osservale per tqUov lo spazio, della sua vita , all’ aperta comprovano. Av- vegnaché il digiuno sin dalla fanciullezza animo- samente intrapreso., £on somma diligenza, e co- stanza praticò senza interruzione fino all’ estremo degli auni suoi ; e questo digiuno si’ accuratamente