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e. PITOLO V. IO sopportare !i tormento del fuoco. Ma, essendo l'Ammira- glio grandissimo nuotatore, e vedendosi due leghe, o poco più discosto da terra, prendendo un remo, che la sorte gli appresentò , e aiutandosi con quello talvolta , e talvolta nuotando, piacque a Dio, che per altra maggior -cosa l'a- veva serbato, di dargli forze, onde giungesse a terra, ben- ché tanto stanco, e travagliato dalla umidità dell' acqua , che egli stette molti di a rifarsi. E perciocché non era lon- tano da Lisbona, dove sapeva, che si ritrovavano molti della sua nazione genovese, più presto che potè, si trasferì quivi, dove, essendo conosciuto da loro, gli fu fatta tanta cortesia, e sì buona accoghenza, che mise casa in quella città, e tolse moglie E perciocché si portava molto onora- tamente, e era uomo di bella presenza, e che non si par- tiva dall'onesto, a^'enne, che una gentildonna, chiamata donna Filippa Mogniz, di nobil sangue, cavalliera nel Mo- nastero d'Ognissanti, dove l'Ammiraglio usava di andare a messa, prese tanta pratica e amicizia con lui, che di- venne sua moglie. Ma, perciocché il suo suocero, chiamato Pietro Mogniz Perestrelo, era già venuto a morte, se n'an- darono a stare conia suocera: dove vivendo insieme, e vedendolo essa tanto affezionato alla cosmografìa , gli raccontò, come il detto Perestrelo suo marito era stato grand'uomo per mare, e che insieme con altri due Capitani con licenza del re di Portogallo era andato a scoprir terre, con patto, che, fatte tre parti di quel che trovassero, eleg- gesse colui, a chi toccasse la sorte. Col quale accordo par- titi alla volta del sudoeste, giunsero all'isola della Madera e di Porto Santo, luoghi, che fino a quei tempi non erano stati scoperti. E perciò che l'isola della Madera, era mag- giore, fecero di quella due parti, e la terza fu l' isola di Porto Sa. ito, che toccò per sorte al detto Peros'relo suo suocero, U nuale n'ebbe il governo, ùji ciie vemie a morte.