Pagina:Vita di Cecilia De' Vecchi.djvu/62


*( 60 )*


vertita da altre persone dei mancamenti che le veniano praticati, solea rispondere: povera gente fa anche di più di quel che può; se fossi anch’io nel suo caso non sarei buona di far tanto, non bisogna esser poi tanto sottili, perchè anch’essi sono creature di Dio come noi.

Ella è ben cosa facile ad idearsi che un’anima di questo carattere dovea essere caritativa, e limosiniera. Dirò molto in breve: all’occasione del suo maritaggio, suo zio il Canonico Beroa Curato della Cattedrale le regalò una borsa di dinaro; un simile regalo le fece suo marito. Ella fece ben presto a prendersi i suoi minuti piaceri, e cominciò a far limosina, e dare quel che le veniva in mano. Ed avendo sentito che quei dinari erano suoi, e ne facesse quel che voleva, addio ducati e pezze a’ poveri, a storpii, a donne sclamanti, a’ pitocchi, sicchè in pochi giorni li ebbe finiti, e come