tere in gala, tormentare i capelli secondo la moda, l’impiegarvi il tempo, che dovea togliere al suo ritiro e alla sua divozione; il dovere per più giorni trattar solo in grandezza, e molto stare in superfluità di parole. Quanto alle importunità delle stagioni, ed all’incommodo delle gite non ci badava; queste anzi eran cose per lei di grande aggradimento. In queste ella spiegava un carattere egualmente dolce che maestoso, una sincerità nativa, un senno gradevole. Sapeva bene con un ameno sorriso medicare, interrompere, fermare, sapea bene con certe sortite stupende render brillante e saggia insieme la conversazione. E ben potea farlo, perchè ella possedea de’ fregi non comuni alle sue pari giovani spose. Ella non affettò mai di saper nulla, e però gli ornamenti del suo spirito si scoprirono in lei a certi tratti furtivi, che sfuggivano alla gelosissima sua umiltà come il suo così esteso, e così