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Cecilia avea fatto un dono così totale della sua volontà in mano all’obbedienza, avea così fisso il chiodo di essere senza elezione riserba, nè rifiuto, che anche nella scelta dello stato non volle saperne di elezione, nè di volontà, nè di riflessi. Tutta di Dio è persuasa che Dio, a cui ella è fedele per l’obedienza a’ suoi superiori, vorrà sempre da lei la maggiore sua gloria, e tanto basta. Questa fede in lei tien luogo di riflesso, di esame, di giudizio, e così vero modello del Giusto ammirato da S. Paolo vive di fede. Parli quindi chi tiene presso lei luogo di Dio; il suo sì, il suo no è deciso nel sì, e nel no di questi. Diffatti ecco l’ammirabile dialogo seguito a Treviglio tra la nostra Cecilia, e la sua genitrice, e zia Tomini; Dialogo, di cui non so cosa vi possa essere di più interessante per un cuore che sia sensibile alle soavi e dolci attrattive della più illibata virtù.