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figlia di Maria, quella prese per madre, e le si pose in mano. La superiora, la maestra dell’Accademia divennero subito per lei come se fossero unite colla più stretta parentela, e prese per loro immantinenti tutto quell’amoroso rispetto e quella dipendenza che in casa avea eroicamente professata a’ suoi parenti.

Stette nel Convento fra le educande circa anni due sempre eguale a se stessa. La sua maestra tuttora vivente ne parla con espressioni di maraviglia, e di tenerezza. In tutto il tempo che fu sotto la sua disciplina, mai una volta la trovò ritrosa a qualsivoglia ordine, mai una volta mancante alle sue incumbenze, mai una volta negligente ne’ suoi doveri. Di tutte le regole dell’Accademia non ne preterì mai una, nè mai in tanto tempo ebbe la superiora motivo di rimproverarle alcun mancamento. La prima al lavoriere, la più esatta nei pen-