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na Anna Beroa, che tanto l’amava, o dell’ava Tomini, e da queste quasi indivisibile; al vederla sì da queste, che dal genitore, che tanto l’avea nel cuore che a parlarne piangeva, e dai zii Canonici Beroa, e Tomini così benvoluta e accarezzata, chiara cosa è che le dovea rincrescere il distaccarsene. Avea passati tredici anni con loro, non conosceva quasi altra persona, avea in essi tutta la confidenza, vi trovava tutto, e partirsene, e lasciarli tutti d’un colpo, ed andarne lontana venti miglia sicura di vederli, Dio sa quando, certo per lungo tempo no, dovea pure destar in essa un momento di tristezza. Ma nè all’annunzio, nè al partire, nè nel viaggio, nè nell’entrare in Convento, nè al momento doloroso del partir della madre che ivi l’avea condotta, mai si risentì, nè diede lacrima, nè perdette la parola, ma piena di confidenza nel suo Dio, e spoglia di ogni terrena debolezza, si dichiarò