mo, il quale trovandosi in que’ giorni in Milano di ritorno da’ Comizj Italiani tenuti in Lione, ed essendo ospite nella Casa Tomini, all’udire che la tanto a lui ben nota virtuosa Cecilia era presso a morte, volle recarsi da lei per darle l’Apostolica sua benedizione, e gustare il puro diletto, che ispira la vista d’un innocente che l’anima rende al suo Dio. Pareva in una parola che in tutta Carvico, e nelle Terre vicine non d’altro si dovesse parlare che di Cecilia; le Madri la proponevano per modello d’imitazione alle Figlie, i Mariti per uno specchio alle giovani Spose; tutti vi trovavano di che formare soggetto de’ loro discorsi. Contenti di osservare le virtù nel loro vero e naturale splendore, non aveano ancora imparato, o a non apprezzarne ii merito per non aver nulla di straordinario, e creder perciò inutile l’esporlo all’altrui vista, e imitazione, o