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ferì questo Sacramento, direi quasi a precipizio, parendo a tutti che spirasse; ma ella era così presente a sè medesima, che sforzando le labbra agonizzanti, accompagnò con mute parole le preghiere della Chiesa, ed avendo aperti un momento gli occhi, e visto alcuno de’ circostanti, che stavasi in piedi, con la mano languida, e col capo smorto gli fece cenno d’inginocchiarsi, e si scorgeva in lei una così umile rassegnazione alla testa piegata sul collo languente, agli occhi quieti, e belli anche in quello stato, alle mani incrocicchiate sul petto, o stringenti il Crocifisso, che ben si vedeva, che per lei vita, e morte, sanità, e malattia era l’istessa cosa, e pareva tacendo dire: ecce ancilla Domini. Compiuta la sacra cerimonia, e riavutasi dal deliquio crudele, che quasi l’uccise, si lamentò con bel sorriso, perchè le si avesse dato l’oglio santo senza lavarle le mani e i piedi, parendo con ciò essersi mancato di