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il già nominato D. Ambrogio Regazzoni, in cui ella aveva, a gran ragione, una singolare confidenza, e che solea chiamare il padre dell’anima sua. Sul momento si spedì a Bergamo a dirgli, che la povera Cecilia lo desiderava, ed egli partì su due piedi, e corse a Milano, e capitò da Cecilia, che udito a fermarsi il legno nel cortile della casa, disse subito ridendo: è quì D. Ambrogio; e come gli comparve in camera, alzò le mani, e le giunse dicendo: Te Deum laudamus, adesso morirò contenta. La morte de’ Giusti è uno spettacolo, che intenerisce, innamora, e mette invidia. Già ella avea detto con una semplicità ridente all’assistente sua madre, poche ore prima che capitasse il suo padre spirituale: Signora madre, cosa mai dirà D. Ambrogio, quando verrà, che il pover’uomo ha fatta tanta strada, ed io non ho niente da dirgli; gli parrò senza convenienza, non è vero? Niente da dirgli!