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troni. Di tale incontrastabile prova si è il furto seguito la notte del primo maggio 1800 nella sagrestia dell’insigne Collegiata di S. Secondo, dove alcuni ladri, previa scalata, e rottura delle ferrate alla finestra esistenti, e slogamento delle serrature del guardamobile, esportarono due calici, due pissidi, un raggio, un incensiere, una navicella, e quel che è dappiù l’antichissimo Busto d’argento rappresentante l’esimio Protettore S. Secondo da 18 secoli oggetto della universale religiosa venerazione. Allo spuntar del giorno scoperta la cosa, e divulgata la notizia diede il divoto popolo segni d’altissima afflizione e dirò così, di una sacra rabbia per lo smarrimento di un tanto prezioso tesoro; e postisi da chi saggiamente governava in opera tutti i mezzitermini per rinvenire le traccie che guidassero allo scoprimento del furto, si videro piene le contrade di militi, di truppe di persone d’ogni genere, che ne’ luoghi sospetti entrando, e rugando stavano affannosamente