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86 jeli il pastore.

nuto col padrone della fattoria insieme a una brigata d’amici, a fare una scampagnata nel tempo che si tosavano le pecore; ed era venuta pure Mara all’improvviso col pretesto che era incinta e aveva voglia di ricotta fresca.

Era una bella giornata calda, nei campi biondi, colle siepi in fiore, e i lunghi filari verdi delle vigne, le pecore saltellavano e belavano dal piacere, al sentirsi spogliate da tutta quella lana, e nella cucina le donne facevano un gran fuoco per cuocere la gran roba che il padrone aveva portato per il desinare. I signori intanto che aspettavano si erano messi all’ombra, sotto i carrubi, e facevano suonare i tamburelli e le cornamuse, e ballavano colle donne della fattoria che parevano tutt’una cosa. Jeli mentre andava tosando le pecore, si sentiva qualcosa dentro di sè, senza sapere perchè, come uno spino, come un chiodo, come una forbice che gli lavorasse internamente minuta minuta, come un veleno. Il padrone aveva ordinato che si sgozzassero due capretti, e il castrato