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tanti meglio di me... così bella e graziosa come sei!...

Il poveraccio non sapeva dirle altro, e non capiva nei panni nuovi dalla contentezza di vedersi Mara per la casa, che rassettava e toccava ogni cosa, e faceva la padrona. Egli non trovava il verso di spiccicarsi dall’uscio per tornarsene alla Salonia; quando fu venuto il lunedì, indugiava nell’assettare sul basto dell’asinello le bisacce e il tabarro e il paracqua incerato. — Tu dovresti venirtene alla Salonia anche te! diceva alla moglie che stava a guardarlo dalla soglia. Tu dovresti venirtene con me. — Ma la donna si mise a ridere, e gli rispose che ella non era nata a far la pecoraia, e non aveva nulla da andare a farci alla Salonia.

Infatti Mara non era nata a far la pecoraia, e non ci era avvezza alla tramontana di gennaio quando le mani si irrigidiscono sul bastone, e sembra che vi caschino le unghie, e ai furiosi acquazzoni, in cui l’acqua vi penetra fino alle ossa, e alla polvere soffocante delle strade, quando le pe-