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66 | jeli il pastore. |
tasse, tanta contentezza ci aveva nella voce e il figlio di massaro Neri poi sembrava proprio che non volesse lasciarla andare più, mentre massaro Agrippino e la gnà Lia litigavano nell’aprire l’uscio di casa. Nessuno badava a Jeli, soltanto massaro Agrippino si rammentò di lui, e gli chiese:
— Ed ora dove andrai?
— Non lo so, — disse Jeli.
— Domani vieni a trovarmi, e t’aiuterò a cercar d’allogarti. Per stanotte torna in piazza dove siamo stati a sentir suonare la banda; un posto su qualche panchetta lo troverai, e a dormire allo scoperto tu devi esserci avvezzo.
Jeli c’era avvezzo, ma quello che gli faceva pena era che Mara non gli diceva nulla, e lo lasciasse a quel modo sull’uscio come un pezzente; e il domani, tornando a cercar massaro Agrippino, appena furono soli colla ragazza le disse:
— Oh, gnà Mara! come li scordate gli amici!
— Oh, sei tu Jeli? disse Mara. No, io non ti ho scordato. Ma ero così stanca dopo i fuochi!