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nuto per la fiera coi puledri del padrone. La gnà Lia gli versò un bel bicchiere di vino e vollero condurlo con loro a veder la luminaria, insieme alle comari ed ai vicini.

Arrivando in piazza, Jeli rimase a bocca aperta dalla meraviglia: tutta la piazza pareva un mare di fuoco, come quando si incendiavano le stoppie, per il gran numero di razzi che i devoti accendevano sotto gli occhi del santo, il quale stava a goderseli dall’imboccatura del Rosario, tutto nero sotto il baldacchino d’argento. I devoti andavano e venivano fra le fiamme come tanti diavoli, e c’era persino una donna discinta, spettinata, cogli occhi fuori della testa, che accendeva i razzi anch’essa, e un prete colla sottana nera, senza cappello, che pareva un ossesso dalla devozione.

— Quello lì è il figliuolo di massaro Neri, il fattore della Salonia, e spende più di dieci lire di razzi! diceva la gnà Lia accennando a un giovinotto che andava in giro per la piazza tenendo due razzi alla volta nelle mani, pari di due can-