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56 | jeli il pastore. |
Ma Jeli non si mosse d’accanto allo stellato. Il fattore lasciò la mula sulla strada, e scese nel burrone anche lui, cercando di aiutare il puledro ad alzarsi e tirandolo per la coda. — Lasciatelo stare! diceva Jeli bianco in viso come se si fosse fracassate le reni lui. Lasciatelo stare! Non vedete che non si può muovere, povera bestia?
Lo stellato infatti ad ogni movimento, e ad ogni sforzo che gli facevano fare, metteva un rantolo che pareva un cristiano. Il fattore si sfogava a calci e scapaccioni su di Jeli, e tirava pei piedi gli angeli e i santi del paradiso. Allora Alfio più rassicurato era tornato sulla strada, per non lasciare le bestie senza custodia, e badava a scolparsi dicendo: — Io non ci ho colpa. Io andavo innanzi colla bianca.
— Qui non c’è più nulla da fare, disse alfine il fattore, dopo che si persuase che era tutto tempo perso. Qui non se ne può prendere altro che la pelle, sinchè è buona.
Jeli si mise a tremare come una foglia quando vide il fattore andare a staccare lo schioppo dal