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44 | jeli il pastore. |
lasciato il segno sulle pareti dove erano state per tanti anni. — Andiamo via, gli disse Mara come lo vide osservare. Ce ne andiamo laggiù a Marineo, dove c’è quel gran casamento nella pianura.
Jeli si diede ad aiutare massaro Agrippino e la gnà Lia nel caricare la carretta, e allorchè non ci fu altro da portare via dalla stanza, andò a sedere con Mara sul parapetto dell’abbeveratojo. — Anche le case, le disse quand’ebbe visto accatastare l’ultima cesta sulla carretta, anche le case, come se ne toglie via la loro roba, non sembrono più quelle.
— A Marineo, rispose Mara, ci avremo una camera più bella, ha detto la mamma, e grande come il magazzino dei formaggi.
— Ora che tu sarai via, non voglio venirci più qui; chè mi parrà di esser tornato l’inverno a veder quell’uscio chiuso.
— A Marineo invece troveremo dell’altra gente, Pudda la rossa, e la figlia del campiere; si starà allegri, per le messe verranno più di ottanta mietitori, colla cornamusa, e si ballerà sull’aja.