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jeli il pastore. | 33 |
rimaneva a corto di argomenti ripeteva: — Io non ne so nulla. Io sono povero — con quel sorriso ostinato che voleva essere furbo.
Aveva chiesto al suo amico Alfonso di scrivergli il nome di Mara su di un pezzetto di carta che aveva trovato chi sa dove, perchè egli raccattava tutto quello che vedeva per terra, e se l’era messo nel batuffoletto dei cenci. Un giorno, dopo di esser stato un po’ zitto, a guardare di quà e di là soprappensiero, gli disse serio serio:
— Io ci ho l’innamorata.
Alfonso, malgrado che sapesse leggere, sgranava gli occhi. — Sì, ripetè Jeli, Mara, la figlia di Massaro Agrippino che era qui; ed ora sta a Marineo, in quel gran casamento della pianura che si vede dal piano del lattigliere, lassù.
— O ti mariti dunque?
— Sì, quando sarò grande e avrò sei onze all’anno di salario. Mara non ne sa nulla ancora.
— Perchè non gliel’hai detto?
Jeli tentennò il capo, e si mise a riflettere. Poi