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il come, il quando ed il perchè. 231

volta; la studiava, la imitava e qualche volta anche le invidiava dei nonnulla. Senza volerlo, aveva scoperto che la sua Erminia, con tutte le sue arie da regina, era un tantino civetta, di quella civetteria che non impegna a nulla, ma contro la quale nondimeno tutti gli uomini vanno a rompersi il naso. Era un affar serio! Non si poteva fare un passo senza trovarsi fra i piedi Polidori, il bel Polidori, corteggiato come un re da tutte quelle signore, il quale senza aver l’aria di avvedersene comprometteva orribilmente l’Erminia — il peggio era che non se ne avvedeva neppur lei, e che tutti non accettavano ad occhi chiusi le risate che ella ne faceva. La signora Rinaldi pensava che se non fosse stato un tasto tanto delicato, ella l’avrebbe fatto suonare all’orecchio della sua amica, e le avrebbe fatto osservare che suono falso rendeva.

Perciò si sforzava di non farle scorgere nemmeno la pena che tutto quell’armeggìo le arrecava, pel bene che voleva ad Erminia, ben inteso — di