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222 | il come, il quando ed il perchè. |
— Siete crudele! mormorò Polidori.
— No! rispose ella sollevando il capo, un po’ rossa, ma con accento fermo. Non sono come tutte le altre signore, non sono prudente!... quando mi romperò il collo, vorrò godermi l’orrore del precipizio sotto di me! Tanto peggio per voi se non capite.
Allora ei le afferrò la mano per forza, divorando tutta la sua bellezza palpitante con uno sguardo assetato, e balbettò:
— Volete?... volete?...
Ella non rispose, e fece uno sforzo per ritirare la mano.
Polidori implorava la sua grazia con parole concitate, deliranti. Le ripeteva una domanda, una preghiera, sempre la stessa, con diverse inflessioni di voce che andavano a ricercare la donna nelle più intime fibre di tutto il suo essere; ella ne sentiva la vampa, le sembrava di esserne avviluppata e divorata, soverchiata da un languore mortale e delizioso; e cercava di svincolarsi, pallida,