Pagina:Vita dei campi.djvu/209


pentolaccia. 205


Don Liborio si strinse nelle spalle e se ne andò ridendo. Lui entrò in casa tutto stralunato, e ripetè alla moglie: — Se vedo qui un’altra volta «il signor compare» com’è vero Dio, gli faccio la festa!

Venera si cacciò i pugni sui fianchi, e cominciò a sgridarlo e a dirgli degli improperi. Ei si ostinava a dire sempre di sì col capo, addossato alla parete, come un bue che ha la mosca, e non vuol sentir ragione. I bambini strillavano al veder quelle cose insolite. La moglie infine prese la stanga, e lo cacciò fuori dell’uscio per levarselo dinanzi, e gli disse che in casa sua era padrona di fare quello che le pareva e piaceva.

«Pentolaccia» non poteva più lavorare nel maggese, pensava sempre a una cosa, ed aveva una faccia di basilisco che nessuno gli conosceva. Prima d’imbrunire, ed era sabato, piantò la zappa nel solco, e se ne andò senza farsi saldare il conto della settimana. Sua moglie, vedendoselo arrivare senza denari, e per giunta due ore prima