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pentolaccia. 201

rimasta padrona della casa, e colla briglia sul collo, ne aveva fatte tante e poi tante, che la gente ormai non chiamava altrimenti suo marito che con quel nomaccio, e quando arrivava a sentirlo anche lui, e si avventurava a lagnarsene colla moglie — Tu che ci credi? gli diceva lei: ed egli non ci credeva, contento come una pasqua.

Era fatto così poveretto, e sin qui non faceva male a nessuno. Se gliel’avessero fatta vedere coi suoi occhi, avrebbe detto che non era vero. O fosse che per la maledizione della madre la Venera gli era cascata dal cuore, e non ci pensasse più; o perchè standosene tutto l’anno in campagna a lavorare, e non vedendola altro che il sabato sera, ella si era fatta sgarbata e disamorevole col marito, ed egli avesse finito di volergli bene; e quando una cosa non ci piace più, ci sembra che non debba premere nemmeno agli altri, e non ce ne importa più nulla che sia di questo o di quell’altro; insomma la gelosia non poteva entrargli in testa neanche a ficcarcela col cavicchio, e avrebbe