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guerra di santi. 189

braccia mi restano ancora, se Dio vuole! Bel santo, quel San Pasquale, eh!

Turi gli voltò le spalle per non finirla brutta, e se ne andò. Ma la verità era che gli animi si trovavano esasperati, ora che San Pasquale l’avevano portato in processione a levante e a ponente con quel bel risultato. Il peggio era che molti del quartiere di San Rocco si erano lasciati indurre ad andare colla processione anche loro, picchiandosi come asini, e colla corona di spine in capo, per amor del seminato. Ora poi si sfogavano in improperi, tanto che il delegato di monsignore aveva dovuto battersela a piedi e senza banda com’era venuto.

Il vice-pretore, per prendersi una rivincita sul carradore, telegrafava che gli animi erano eccitati, e l’ordine pubblico compromesso; sicchè un bel giorno si udì la notizia che nella notte erano arrivati i compagni d’arme, e ognuno poteva andare a vederli nello stallatico.

— Son venuti pel colera — dicevano però degli