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guerra di santi. 183

— Signori miei! signori miei! — andava raccomandando il delegato. — Così non facciamo nulla!

— Faremo la rivoluzione, faremo! — urlava Bruno colle mani in aria.

Per fortuna, il parroco aveva messo in salvo, lesto lesto, le chicchere e i bicchieri, e il sagrestano era corso a rompicollo a licenziare la banda, che, saputo l’arrivo del delegato, accorreva a dargli il benvenuto, soffiando nei corni e nei tromboni.

— Così non si fa nulla! — borbottava il delegato, e gli seccava pure che le messi fossero già mature di là delle sue parti, mentre ei se ne stava a perdere il suo tempo con compare Bruno e col vice-pretore che volevano mangiarsi l’anima. — Cos’è questa storia della contravvenzione pel bucato?

— Le solite prepotenze. Ora non si può sciorinare un fazzoletto da naso alla finestra, che subito vi chiappano la multa. La moglie del vice-pretore, fidandosi che suo marito era in carica,