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guerra di santi. 181

Il delegato del vescovo correva un gran pericolo di uscirne colle ossa rotte dalla sua entrata trionfale. Ma il reverendo, furbo, lasciò la banda ad aspettarlo fuor del paese, e a piedi, per le scorciatoie, se ne venne pian piano alla casa del parroco, dove fece riunire i caporioni dei due partiti.

Come quei galantuomini si trovarono faccia a faccia, dopo tanto tempo che litigavano, cominciarono a guardarsi nel bianco degli occhi, quasi sentissero una gran voglia di strapparseli a vicenda, e ci volle tutta l’autorità del reverendo, il quale s’era messo per la circostanza il ferraiuolo di panno nuovo, per far venire i gelati e gli altri rinfreschi senza inconvenienti.

— Così va bene! — approvava il sindaco col naso nel bicchiere — quando mi volete per la pace, mi ci trovate sempre.

Il delegato disse infatti ch’egli era venuto per la conciliazione, col ramoscello d’ulivo in bocca, come la colomba di Noè, e facendo il fervorino