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180 | guerra di santi. |
tiere basso, che ognuno se li rammentava senza scarpe ai piedi, s’erano arricchiti come porci, colla nuova industria della concia delle pelli, e a questo mondo si sa che la giustizia si compra e vende come l’anima di Giuda.
A San Pasquale aspettavano il delegato di monsignore, il quale era un uomo di proposito, che ci aveva due fibbie d’argento di mezza libra l’una alle scarpe, chi l’aveva visto, e veniva a portare la mozzetta ai canonici; perciò avevano scritturato anche loro la banda, per andare ad incontrare il delegato di monsignore tre miglia fuori del paese, e si diceva che la sera ci sarebbero stati i fuochi in piazza, con tanto di «Viva San Pasquale» a lettere di scatola.
Gli abitanti del quartiere alto erano quindi in gran fermento, e alcuni, più eccitati, mondavano certi randelli di pero o di ciriegio grossi come pertiche, e borbottavano:
— Se ci dev’essere la musica, si ha da portar la battuta!